Il diabete
Il diabete, con più di trecento milioni di pazienti affetti in tutto il mondo, è tra le più comuni ed allo stesso tempo insidiose malattie dell’ultimo secolo, tanto da essere considerato “la peste degli anni 2000”.
Nonostante quest’ultima considerazione epidemiologica, la malattia è in realtà conosciuta fin dall’antichità. Il medico greco Sorano D’Efeso, vissuto nel II secolo dopo Cristo, le ha attribuito il nome che ha tutt’ora,a ragione di una delle principali manifestazioni cliniche della stessa, lo stimolo minzionale: come quando il recipiente pieno fino all’orlo fa colare il liquido, cosi il diabete causa l’impulso intrattenibile ad urinare.
In realtà esistono due diversi tipi di diabete, uno cosiddetto insipido e l’altro detto mellito: entrambi questi nomi derivano dalla pratica degli antichi clinici che usavano assaggiare le urine dei pazienti per determinare se fossero dolci (mellito) o insapori (insipido).
Quello su cui ci soffermiamo oggi è il diabete mellito, che a sua volta potremo dividere in ulteriori sottogruppi sulla base della patogenesi e delle manifestazioni cliniche:
– DM di tipo 1: di origine autoimmune, con comparsa precoce (bambini ed adolescenti) è legato fondamentalmente ad una carenza di insulina.
– DM di tipo 2: con comparsa in età adulta, inizialmente si svilupperà un’insulino resistenza alla quale poi si assocerà una carenza progressiva dell’ormone stesso. Oltre che ad una certa predisposizione genetica questa forma è legata soprattutto allo stile di vita : la sua incidenza e la sua prevalenza sono in netto aumento di pari passo a quelle dell’obesità, dell’ipertensione arteriosa e delle dislipidemie con cui insieme va a delineare il quadro della cosiddetta sindrome metabolica.
– altre forme: MODY ; gestazionale.
Un paziente per definizione viene considerato diabetico se:
-
per tre volte consecutive, la sua glicemia a digiuno supera i 126 mg/dl;
-
presenta i sintomi della malattia e una rilevazione casuale,, in qualsiasi momento della giornata ,della glicemia mostra valori superiori ai 200 mg\dl. Anche valori di emoglobina glicosilata superiori al 6,5% sono considerati attualmente diagnosti per diabete mellito .
-
presenta una glicemia superiore a 200 mg\dl 2 ore dopo la somministrazione di 75 g di glucosio nel cosiddetto test orale di tolleranza al glucosio (OGTT).
Oramai soprattutto la semplice valutazione della glicemia a digiuno è di routine nei controlli che i medici di famiglia consigliano di svolgere annualmente.
Già dall’esordio della malattia è opportuno consigliare al paziente uno stile di vita adeguato, controllando l’apporto calorico giornaliero, effettuando attività fisica costante e mantenendo sotto osservazione gli organi più colpiti dal diabete (occhi, reni, cuore,arti inferiori).
Si stima infatti che siano oltre cinquanta milioni i pazienti affetti nel mondo dalla complicanza del piede diabetico.
articoli recenti
- Ho un’altra specializzazione!
- Padel
- Aggiornamento sedi
- Le onicomicosi
- Specialista in Biomeccanica
- Fase 2 coronavirus
- Manovra fiscale 2020
- Le ortesi plantari
- Referente Regionale Podologo per la Società Italiana Diabetologia (S.I.D.)
- Febbraio: mese della prevenzione pediatrica