Diabete gestazionale
Il diabete gestazionale si manifesta con sintomi poco evidenti e passa spesso inosservato alle donne.
Tuttavia attraverso un’attenta analisi delle condizioni della gestante, in particolare dei valori della glicemia, è possibile intuirne la presenza.
I sintomi da tenere sotto controllo sono:
– aumento ingiustificato della sete
– frequente bisogno di urinare
– perdita di peso corporeo nonostante l’aumento della fame,
– nausea e vomito (molto comuni in gravidanza e quindi poco significativi)
– disturbi della vista
– infezioni frequenti come cistiti e candidosi.
Sono considerate ad alto rischio, e quindi invitate da subito a monitorare la propria glicemia, le donne che presentano uno o più dei seguenti fattori di rischio:
– familiarità diabetica importante
– sovrappeso e/o obesità prima della gravidanza
– diabete gestazionale in una precedente gravidanza
– precedente parto di bambini di peso superiore a 4,5 kg
– forte glicosuria
– età piuttosto avanzata per la gravidanza (superiore a 35 anni)
– etnie a maggiore rischio (Asia meridionale – India, Pakistan, Bangladesh -, Caraibi, Medio Oriente – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania, Siria, Oman, Qatar, Kuwait, Libano, Egitto)
I parametri fondamentali da tenere in considerazione sono
– la glicemia a digiuno e due ore dopo i pasti e
– l’emoglobina glicata (il test che misura il valore glicemico medio degli ultimi due-tre mesi).
Le nuove linee guida stabiliscono l’approccio per una diagnosi precoce. Durante la prima visita in gravidanza è opportuno identificare le donne con alto rischio di diabete gestazionale. In questo caso, è previsto uno screening a partire dalla 16-18ma settimana, ripetuto poi alla 24-28ma settimana.
Se non sono presenti fattori di rischio evidenti, come obesità o precedenti di diabete gestionale, il dosaggio della glicemia alla prima visita non è indicativo per prevedere la manifestazione della condizione e può, invece, dare luogo a falsi positivi. In assenza di fattori di rischio, non è previsto uno screening per diabete gestazionale. Le donne con medio rischio di manifestare la condizione patologica, invece, vanno incontro a uno screening alla 24-28ma settimana.
Le donne che rientrano nelle categorie a medio e alto rischio per il diabete gestazionale, dovranno essere sottoposte a test da carico con 75 g di glucosio (OGTT) con verifica dei valori glicemici all’inizio, dopo un’ora e dopo due ore.
I parametri diagnostici sono:
– glicemia ≥ 95 mg/dl a digiuno
– glicemia ≥ 180 mg/dl dopo un’ora
– glicemia ≥ 153 mg/dl dopo due ore.
Basta uno solo di questi valori alterato per parlare di diabete gestazionale.
Nel caso si rilevino valori della glicemia a digiuno superiori a 126 mg/dl in due momenti diversi della giornata, oppure un valore glicemico superiore a 200 mg/dl in un qualsiasi momento della giornata confermato da un valore a digiuno di glicemia superiore a 126 mg/dl, oppure un valore di emoglobina glicata superiore al 6,5%, si può parlare di diabete manifesto.
La terapia per il diabete gestazionale insulinodipendente
Nel caso in cui una dieta corretta e l’attività fisica non fossero sufficienti a tenere sotto controllo la glicemia, è necessaria la somministrazione di insulina.
Per imitare il normale funzionamento del pancreas un diabetico necessita di 2, 3 o 4 iniezioni giornaliere di insulina.
Gli schemi impiegati sono generalmente di tre tipi:
– 2 iniezioni di insuline ad azione rapida ed intermedia miscelate
– 3 iniezioni di insulina rapida, una con insulina ad azione intermedia prima di cena
– 3 iniezioni di insulina rapida ed una di insulina intermedia al momento di coricarsi.
È bene ricordare che gli ipoglicemizzanti orali non sono consigliabili durante la gravidanza perché passano attraverso la placenta e raggiungono il feto.
Per prevenire l’ipoglicemia in gravidanza è importante non variare gli orari delle iniezioni di insulina e dei pasti, non aumentare le dosi prescritte di insulina, mangiare quanto previsto ad ogni pasto e mantenere costante l’attività fisicagiornaliera.
Se la glicemia è inferiore a 60-70 mg/dl occorre mangiare o bere subito qualcosa: mezza tazza di succo d’arancia, di succo di mela, di una bibita gassata dolce, 5 caramelle o 2 zollette di zucchero (circa 10 grammi di carboidrati).
I sintomi più lievi dell’ipoglicemia includono formicolio o assenza di sensibilità attorno alla bocca e ai polpastrelli, nervosismo, mal di testa, tachicardia, senso di fame, sudorazione e debolezza.
Quelli più seri sono invece: mutamenti di comportamento come difficoltà di parola, confusione, irritabilità o stato di stupore; talora si arriva a perdita di conoscenza, convulsioni e coma.
In caso di rischio di sintomi gravi è opportuno avere sempre a disposizione una fiala di glucagone.
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